Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore
esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi
assumiamo che tu ne sia felice
Giuseppe
Ciarallo
DanteSka
illustrazioni
di Manlio Truscia
Una risata liberatoria
Una satira irriverente e viscerale
Uno sberleffo all’indirizzo del potere
Radio
onda d'urto DanteSka
intervista a
Giuseppe
Ciarallo
18
luglio 2012
Nuovellevague Heiko H. Caimi DanteSka
9 maggio 2012
(leggi)
Erre Alberto Prunetti DanteSka
n. 46/2011 nov/dic
(leggi)
L'Unità Fabrizio Lorusso intervista
Giuseppe Ciarallo, DanteSka, tra funk, hip hop, rap:
sette canti in salsa satirica
7 novembre 2011
(leggi)
America
latina Fabrizio Lorusso DanteSka
31 ottobre 2011
(leggi)
Carmilla Alberto Prunetti DanteSka
29 ottobre 2011
(leggi)
Domani
- Arcoiris TV Antonella Beccaria DanteSka:
la satira a fumetti in metrica. Ecco l'anti-cinepanettone che va
a caccia di intelligenza scippata
27 ottobre 2011
(leggi)
Temperamente Azzurra Scattarella DanteSka
27 ottobre 2011
(leggi)
Intento a bere birra in un losco locale, l’Autore
si vede comparire davanti Dio in persona con una missione per lui:
Io voglio un reportage giù dall’inferno / per poi
mostrare ai folli simil tuoi / quant’è inumano il lor
viver moderno / da miseri, intruppati come buoi.
Scelto Dostoevskij come proprio Virgilio e imboccato l’ingresso
per gli inferi – la latrina del locale – il novello Dante
inizia il suo viaggio nei gironi della politica del XXI secolo.
Da Berlusconi a Di Pietro, da Veltroni a Bossi passando per Casini,
Fini, Rutelli; i falsi e gli arroganti, i traditori e i voltagabbana,
i Giano bifronte della Cultura e dell’informazione; papa-boy,
ex comunisti, ex fascisti, xenofobi e razzisti che cianciano di radici
cristiane e celtiche.
Di girone in girone, guadagnar la via “a rivedere le stelle”
non è facile: Fiumane di borghezi e buttiglioni / ci spingono
e s’aggrappan forte a noi, / cicchitti, giovanardi e anche maroni
/ voraci come fosser avvoltoi; / gasparri, pecorelli e anche ghidini
/ vaganti per quel luogo disadorno, / storaci, calderoli e taormini
/ ci ostacolano il passo del ritorno.
Illustrata dalle tavole di Manlio Truscia,
DanteSka è una satira irriverente e viscerale che si scaglia
contro l’arroganza dei potenti; è la risata che li seppellirà.
L’Autore Giuseppe Ciarallo è nato
nel 1958 a Milano. Ha pubblicato due raccolte di short stories: Racconti
per sax tenore (Milano, 1994) e Amori a serramanico
(Milano, 1999) e, in collaborazione con altri autori, la collettanea
di racconti Sorci verdi. Storie di ordinario leghismo (Edizioni
Alegre, 2011). Collabora a riviste di letteratura, di satira politica,
di musica e compone versi rigorosamente in quartine di endecasillabo.
Manlio Truscia è nato a Enna
nel 1950. Dopo gli studi universitari a Firenze, giunge a Milano negli
anni Settanta. Qui insegna e svolge la sua attività di fumettista,
pittore e ‘artigiano dell’immagine’. Attualmente
è illustratore e visualizer per importanti agenzie di pubblicità
e case editrici.
Intervista
all’Autore
DanteSka è un’opera di satira
politica scritta in versi. Ha ancora senso, oggi, fare satira in una
situazione in cui la politica è in profonda crisi e ha del
tutto perso la sua aura di credibilità? La satira politica è sempre un elemento importante
di una società. È un indicatore di democrazia. La satira
non è indirizzata contro il potere tout court, ma
contro quel potere, qualsiasi esso sia, che non opera nell’interesse
del popolo che guida e del quale, non dimentichiamolo, dovrebbe essere
un servitore e non un padrone. Nella situazione attuale, soprattutto
nel nostro Paese, c’è una grossa confusione di ruoli
e non si riesce più a distinguere, ad esempio, il governo dalle
opposizioni, spesso assiepati entrambi sulle stesse opinioni (in economia,
sul problema del lavoro, nella subalternità alla Chiesa cattolica,
nel cavalcare il cavallo di battaglia del securitarismo). Pertanto
il 'potere' da mettere alla berlina ha cambiato le sue forme, si è
reso meno individuabile, non è più monolitico come in
passato ma si mostra con sfaccettature del tutto inaspettate. Faccio
un esempio. Oggi il potere, in Italia, è costituito chiaramente
dalla destra al governo; ma la sinistra, del tutto innocua e incapace
di fare la benché minima opposizione, e che anzi rincorre la
destra sulle sue stesse parole d’ordine, non può che
essere, in qualche modo, identificata come un’altra faccia della
stessa medaglia. Entrambi gli schieramenti, in fondo, non fanno altro
che mantenere e procrastinare il più a lungo possibile lo stato
attuale delle cose, nel quale il popolo sta continuando a pagare un
prezzo altissimo.
Scagliarsi contro il potere, con la satira ma anche politicamente,
vuol dire non guardare in faccia a nessuno, inchiodando i responsabili
della tragedia in atto, siano essi di destra o di sinistra poco importa,
alle loro responsabilità, stando sempre molto attenti a non
cadere nelle tentazioni qualunquistiche che sono sempre in agguato.
Ecco, DanteSka vuole essere un esempio di satira irriverente e viscerale,
un Hellzapoppin’ letterario, un antidoto all’arroganza
dei potenti o sedicenti tali, insomma, la classica risata che 'li
seppellirà'.
Non pensi che l’utilizzo del linguaggio
poetico, la quartina di endecasillabo a rime alternate, possa precludere
al tuo lavoro una potenziale fetta di lettori?
Non lo credo, e spiego subito i motivi che mi portano a fare questa
affermazione. Non nego che, all’inizio, questo dubbio sia venuto
anche a me. Ritenevo ci fossero buone probabilità che una narrazione
in rima (anche se con l’utilizzo di un linguaggio moderno e
non arcaico) potesse rivelarsi ostica a un eventuale pubblico. Per
questo motivo, un paio di anni fa e ben prima di proporre al mio editore
la pubblicazione di DanteSka, feci una serie di reading in alcune
librerie milanesi, facendo leggere, per motivi di tempo, solo due
canti per ogni incontro. Con mia grande sorpresa i numerosi presenti
chiedevano espressamente ogni volta di non interrompere la lettura,
per sapere “come andava a finire”. In quelle occasioni
mi sono reso conto che la forma del narrare non è mai un ostacolo.
Nonostante l’imbarbarimento culturale in atto, l’orecchio
dell’uomo sa ancora riconoscere un bel suono, sa ancora distinguere
una brutta da una bella storia. Checché se ne pensi, credo
che la gente sia stufa di cinepanettoni e di Bagaglini e non veda
l’ora di riappropriarsi dell’intelligenza scippata.
E poi sono convinto che dalla lettura emergano, e che vengano apprezzati,
alcuni elementi che sono risultati essenziali nella scrittura di DanteSka:
l’attenzione che questo tipo di composizione richiede per ogni
singola parola, il desiderio di sudare su ogni sillaba, la voglia
e la gioia di fare fatica nel partorire e distillare ogni specifico
vocabolo. Sudore e fatica, termini oramai desueti, che dovremmo invece
rivalutare per tornare a vivere ogni nostra azione con uno sguardo
di soddisfazione dipinto sul volto.