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Paolo Parrottino Noialtri
In che modo diventiamo le persone che siamo? Quanto
le relazioni che coltiviamo incidono sulla formazione della nostra
identità personale? Con un linguaggio semplice e appassionato, |
AA.VV. È
meglio pace...
28 voci poetiche si esprimono sul tema lanciato da Milano BOOKCITY 2024 “GUERRA E PACE”, in un viaggio emozionale attraverso le parole. |
Silvia Albertazzi Leonard
Cohen
Senza dubbio l'opera di Leonard Cohen appartiene nella sua totalità al mondo delle lettere, eppure nessuna monografia l'ha finora presa in considerazione senza separare il poeta e il romanziere dal cantautore. Prendendo in esame l’intera opera dell’artista canadese, dalle prime prove poetiche degli anni Cinquanta al disco postumo Thanks for the Dance, l’autrice dimostra come poesia, narrativa e canzone costituiscano per Cohen un’unica forma espressiva in continua evoluzione, in cui la bellezza dei perdenti e il valore della sconfitta sono esaltati attraverso un uso ipnotico e ammaliante della parola (tanto scritta quanto musicata) che imprigiona chi ascolta o legge in un cerchio magico da cui risulta impossibile uscire, una volta che se ne siano varcati i confini. |
Alessandra Patriarca I bassifondi della possibilità
Che cosa collega un brutale episodio di cronaca nera del 1988 alle vicende di Nora, che gestisce un’agenzia immobiliare in Liguria nel 2007? Nora ha quarantacinque anni e un pessimo carattere, ha da tempo rinunciato alla carriera di architetto a Milano, colleziona denunce per danneggiamento e diffamazione, ha una specie di fidanzato storico, Iginio, con cui non intende impegnarsi e guarda alla vita e al futuro con assoluto cinismo. Però, le piacciono i senzatetto e si ferma a chiacchierare con loro, ha un’incrollabile pazienza con i bizzarri clienti dell’agenzia e dispensa saggi consigli agli amici. E non si separa mai dal suo alano blu, Bendicò. Elan ha vent’anni di meno e con lei non ha niente in comune. Fa il pescatore, è nato in Sicilia e ha vissuto da sempre “in un pozzo di assurda sofferenza”. È bello, timido, quasi all’antica. Ed è coraggioso. Solo in lui Nora può trovare lo specchio nel quale riconoscere la meschinità delle proprie preoccupazioni e la motivazione per dare una svolta alla sua vita. |
John Wainwright La trappola
L’omicidio caotico e brutale di Clive Richardson
innesta il delicato meccanismo investigativo della polizia di Lessford.
L’appartenenza di Clive alla comunità gay della cittadina
inglese complica ulteriormente le indagini: pregiudizi, stigma e paura
si oppongono ai detective nella soluzione del caso. Non rimane che
scommettere. Una corsa affannosa alla ricerca del colpevole, dal cui
esito dipenderanno le carriere – e le vite private – dei
protagonisti. Attraverso la descrizione minuziosa e incalzante degli
interrogatori, Wainwright si dimostra abile nel rappresentare la variegata
gamma di personalità che compone il mondo della polizia investigativa,
estraneo ai non addetti ai lavori. La scelta delle domande, la violenza
e la comprensione, le pause e gli spazi, il tono della voce: tutto
è essenziale alla riuscita dell’interrogatorio perfetto,
tutto è funzionale per incastrare il colpevole. |
Stefano Venturini Meditazioni sul Vangelo di Marco
Una proposta per l'uomo affascinato da Gesù, che però sta sulla soglia della chiesa. Il Vangelo di Marco era probabilmente la catechesi per i catecumeni della chiesa di Roma che si preparavano al battesimo. Esso pone due prospettive all'interlocutore: la prima è l'identità di Gesù: chi è Gesù? O meglio: come Gesù è Messia? La seconda è: se vuoi comprendere l'identità di Gesù devi metterti dietro di Lui, seguirlo. Non puoi pretendere di conoscerLo rimanendo spettatore della sua vita. Il angelo di Marco sfida così chi tra noi è incuriosito da Gesù, anche oggi, nel terzo millennio. |
Henry James Occhi di vetro
La vertigine della scelta e il perturbante cambiamento del proprio corpo si fondono nel racconto di Henry James. Occhi di vetro è una perla letteraria che narra la parabola esistenziale e sociale di Flora Saunt, una ragazza fascinosa e consapevole dell’ascendente che esercita su chiunque posi su di essa lo sguardo. Orfana di entrambi i genitori, l’ambiziosa giovane si circonda di pretendenti, ammaliati dalla sua indicibile bellezza. Un potere smisurato che la pone nel dilemma esistenziale della scelta tra l’essere e l’apparire, tra l’ascoltare il proprio corpo che cambia e il darlo in pasto agli occhi altrui per un tornaconto personale. A insidiare la sua ambizione sociale si insinua, difatti, un imprevisto, una paura sconcertante. Illusione e menzogna saranno allora le armi con le quali Flora dipingerà il suo ritratto eterno, all’ombra del quale proteggersi da occhi indesiderati che possano scorgere la sua reale natura. Flora, infatti, conserva gelosamente un segreto che, se svelato, ridurrebbe in frantumi la dimora di specchi che la protegge. Così, quello messo in scena da Henry James si rivela un macabro teatro di maschere: la maschera, allo stesso tempo immagine e nascondimento, incarna il rischio di rivelarsi soffocante per chi scelga di indossarla. |
Christine Dwyer Hickey La moglie di Hopper Vincitore del Walter Scott Prize 2020
Michael è un ragazzino tedesco di dieci anni,
orfano di guerra, costretto a trascorrere l’estate nella villa
della sua benefattrice in compagnia del nipote Richie, solitario figlio
di un ufficiale americano ucciso in azione. Lasciati a se stessi,
i ragazzi conoscono la coppia che vive nel vicinato – il pittore
Edward Hopper e la moglie Jo – e tra di loro si instaura un’improbabile
amicizia. |
Edith Wharton, Anton Cechov, Thomas Wolfe, Henry Lawson, Susan Samanci, Lafcadio Hearn, Zhaxhi Dawa, Arthur Machen Racconti dal mondo Illustrazioni di Valentina Villa
I racconti di questa raccolta sono stati scritti da
autori di varie regioni del mondo. Sono storie che parlano di trasformazione,
di passaggio, di contrapposizione tra la vita e la morte, tra il ricordo
e il presente, tra paura e speranza. Alcune presentano una situazione
evanescente, tipica del sogno come La luce dell’abisso (Tibet),
dove il mondo soprannaturale e l’ombra coesistono con la realtà
materiale, altre viceversa mostrano una realtà cruda e ruvida
come Il becchino (Australia), dove la morte seppur vissuta nel suo
aspetto più materiale, è anche l’estremo tentativo
di ritrovare un’umanità perduta. In Helin profumava di
resina un ambiente magico e sospeso si nasconde al riparo dalle insidie
di dolore e guerra che si svolgono lontano dalla campagna. Sono spazi
diversi così come lo erano i luoghi che le hanno prodotte.
Oggi questi ambienti sono quasi completamente trasformati, appiattiti
nelle differenze, globalizzati, dunque privati di poesia. In quest’ottica
sono state |
Zina Borgini Medicamenti
Peregrinante, commovente, intercambiabile, palpabile, insomma: teatrale questa raccolta quasi melodrammatica di Vincenza Borgini – detta Zina nell’esultanza amicale... Vale a dire che l’Autrice ha messo ordine nelle proprie immagini, depotenziandole, rendendole, così, nuove, contemporanee; cioè una dolente o esaltante registrazione che si autorilancia tramite la poetica, esemplificando il sé in periodi di disuguaglianze endemiche, forse irrisolvibili. Del resto ogni esistere non è storia complessa? |
Francesca Guffanti La strana storia di Bric
Virginia scappa dal collegio dove è rinchiusa.
Arriva alla sua montagna di notte. Mentre è nascosta nella
stalla di casa, assiste alla caduta di un meteorite. |
Alice Rivaz Getta il tuo pane
Christine è una donna di cinquantasei anni che
non si è mai sposata. Lavora come impiegata e nel corso della
sua vita sembra aver fatto pace con la sua solitudine. Gli unici amici
che le sono rimasti sono gli uomini che ha amato e che in passato
l’hanno fatta soffrire… Questo suo equilibrio sfuma quando
sua madre diventa vedova e lascia Losanna per raggiungere la figlia
e vivere per sempre con lei a Ginevra. Di fronte a questo ricatto
morale, Christine combatte con il suo senso del dovere che le impone
di prendersi cura della madre, soffocando il proprio risentimento
nei suoi confronti. |
Gabriele Perretta Il sensore che non vede
La saturazione mediatica, l’esasperazione della
comunicazione visiva, ci ha portati alla crisi del “terzocchio”,
che è il simbolo della crisi del vedere! Da una parte la vita
quotidiana è permeata di immagini e definire perciò
solo i fenomeni di questa convivenza sarebbe insufficiente. Dall'altra
la dimensione etico-estetica, la sua performatività nello scambio
con il sociale, iviene il gap con il quale il “sensorio”
si confronta. La dimensione delle suddette anomie rioccupa artificialmente
il concetto di mediale, di ars, dalla quale l'operatività artistica
pareva essere stata allontanata, con l’affacciarsi del binomio
produttivo capitale/linguaggio. |
Yu Xiuhua Esserci ancora
I due racconti di Esserci ancora, sebbene apparentemente
distinti, rispondono entrambi a una necessità |