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Novità

 

saggistica

 

 

 

 

 

 

Paolo Parrottino

Noialtri
Sulla natura relazionale dell’identità personale

 

In che modo diventiamo le persone che siamo? Quanto le relazioni che coltiviamo incidono sulla formazione della nostra identità personale? Con un linguaggio semplice e appassionato,
l’autore esamina la struttura intima delle relazioni umane, mettendone in luce le dinamiche donative e di dominio, luci e ombre di un universo che ci abita e che ancora fatichiamo a comprendere. In un serrato dialogo con i grandi maestri del Novecento, tra cui Günther Anders, Georg Simmel e Carl Schmitt, viene così indagata a fondo l’ambivalenza dello straniero, di colui che bussa alla porta della nostra esistenza. Ospite o nemico? Che chieda il permesso o che forzi l’ingresso, al suo passaggio non saremo più com’eravamo prima.
Con un taglio filosofico sociale, Noialtri è un saggio che parla a chiunque voglia riflettere sulla natura relazionale della propria identità personale, per poter poi dipingere con maggior consapevolezza sulla tela della propria esistenza.

 

poesia

 

 

AA.VV.

È meglio pace...
Lemmi poetici in tempo di guerra

 

28 voci poetiche si esprimono sul tema lanciato da Milano BOOKCITY 2024 “GUERRA E PACE”, in un viaggio emozionale attraverso le parole.

 

In Utero

musicale


 

 

 

Silvia Albertazzi

Leonard Cohen
Manuale per vivere nella sconfitta

 

Senza dubbio l'opera di Leonard Cohen appartiene nella sua totalità al mondo delle lettere, eppure nessuna monografia l'ha finora presa in considerazione senza separare il poeta e il romanziere dal cantautore. Prendendo in esame l’intera opera dell’artista canadese, dalle prime prove poetiche degli anni Cinquanta al disco postumo Thanks for the Dance, l’autrice dimostra come poesia, narrativa e canzone costituiscano per Cohen un’unica forma espressiva in continua evoluzione, in cui la bellezza dei perdenti e il valore della sconfitta sono esaltati attraverso un uso ipnotico e ammaliante della parola (tanto scritta quanto musicata) che imprigiona chi ascolta o legge in un cerchio magico da cui risulta impossibile uscire, una volta che se ne siano varcati i confini.

 

narrativa

 

 

 

 

 

Alessandra Patriarca

I bassifondi della possibilità

 

Che cosa collega un brutale episodio di cronaca nera del 1988 alle vicende di Nora, che gestisce un’agenzia immobiliare in Liguria nel 2007? Nora ha quarantacinque anni e un pessimo carattere, ha da tempo rinunciato alla carriera di architetto a Milano, colleziona denunce per danneggiamento e diffamazione, ha una specie di fidanzato storico, Iginio, con cui non intende impegnarsi e guarda alla vita e al futuro con assoluto cinismo. Però, le piacciono i senzatetto e si ferma a chiacchierare con loro, ha un’incrollabile pazienza con i bizzarri clienti dell’agenzia e dispensa saggi consigli agli amici. E non si separa mai dal suo alano blu, Bendicò. Elan ha vent’anni di meno e con lei non ha niente in comune. Fa il pescatore, è nato in Sicilia e ha vissuto da sempre “in un pozzo di assurda sofferenza”. È bello, timido, quasi all’antica. Ed è coraggioso. Solo in lui Nora può trovare lo specchio nel quale riconoscere la meschinità delle proprie preoccupazioni e la motivazione per dare una svolta alla sua vita.

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

John Wainwright

La trappola

 

L’omicidio caotico e brutale di Clive Richardson innesta il delicato meccanismo investigativo della polizia di Lessford. L’appartenenza di Clive alla comunità gay della cittadina inglese complica ulteriormente le indagini: pregiudizi, stigma e paura si oppongono ai detective nella soluzione del caso. Non rimane che scommettere. Una corsa affannosa alla ricerca del colpevole, dal cui esito dipenderanno le carriere – e le vite private – dei protagonisti. Attraverso la descrizione minuziosa e incalzante degli interrogatori, Wainwright si dimostra abile nel rappresentare la variegata gamma di personalità che compone il mondo della polizia investigativa, estraneo ai non addetti ai lavori. La scelta delle domande, la violenza e la comprensione, le pause e gli spazi, il tono della voce: tutto è essenziale alla riuscita dell’interrogatorio perfetto, tutto è funzionale per incastrare il colpevole.
Grazie ai vent'anni trascorsi in polizia, la penna di Wainwright apre con naturalezza le porte sulla psicologia dei detective, mostrandone le paure e i vizi, le macchinazioni e i desideri. Il lettore viene così trasportato nel quadro verista di un’indagine carica di angosce, suspense e colpi di scena.

 

saggistica

 

 

 

Stefano Venturini

Meditazioni sul Vangelo di Marco

 

Una proposta per l'uomo affascinato da Gesù, che però sta sulla soglia della chiesa. Il Vangelo di Marco era probabilmente la catechesi per i catecumeni della chiesa di Roma che si preparavano al battesimo. Esso pone due prospettive all'interlocutore: la prima è l'identità di Gesù: chi è Gesù? O meglio: come Gesù è Messia? La seconda è: se vuoi comprendere l'identità di Gesù devi metterti dietro di Lui, seguirlo. Non puoi pretendere di conoscerLo rimanendo spettatore della sua vita. Il angelo di Marco sfida così chi tra noi è incuriosito da Gesù, anche oggi, nel terzo millennio.

 

bosco di latte

 

 

 

 

 

 

 

Henry James

Occhi di vetro

 

La vertigine della scelta e il perturbante cambiamento del proprio corpo si fondono nel racconto di Henry James. Occhi di vetro è una perla letteraria che narra la parabola esistenziale e sociale di Flora Saunt, una ragazza fascinosa e consapevole dell’ascendente che esercita su chiunque posi su di essa lo sguardo. Orfana di entrambi i genitori, l’ambiziosa giovane si circonda di pretendenti, ammaliati dalla sua indicibile bellezza. Un potere smisurato che la pone nel dilemma esistenziale della scelta tra l’essere e l’apparire, tra l’ascoltare il proprio corpo che cambia e il darlo in pasto agli occhi altrui per un tornaconto personale. A insidiare la sua ambizione sociale si insinua, difatti, un imprevisto, una paura sconcertante. Illusione e menzogna saranno allora le armi con le quali Flora dipingerà il suo ritratto eterno, all’ombra del quale proteggersi da occhi indesiderati che possano scorgere la sua reale natura. Flora, infatti, conserva gelosamente un segreto che, se svelato, ridurrebbe in frantumi la dimora di specchi che la protegge. Così, quello messo in scena da Henry James si rivela un macabro teatro di maschere: la maschera, allo stesso tempo immagine e nascondimento, incarna il rischio di rivelarsi soffocante per chi scelga di indossarla.

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

Christine Dwyer Hickey

La moglie di Hopper

Vincitore del Walter Scott Prize 2020

 

Michael è un ragazzino tedesco di dieci anni, orfano di guerra, costretto a trascorrere l’estate nella villa della sua benefattrice in compagnia del nipote Richie, solitario figlio di un ufficiale americano ucciso in azione. Lasciati a se stessi, i ragazzi conoscono la coppia che vive nel vicinato – il pittore Edward Hopper e la moglie Jo – e tra di loro si instaura un’improbabile amicizia.
Jo, irascibile, passionale e spesso impulsiva, patisce l’isolamento e la vita all’ombra del genio. Edward, introverso e sofferente, depresso da un blocco creativo, rimane colpito dalla bella e fragile zia di Richie, Katherine… un’infatuazione condivisa anche dal giovane Michael. Michael è tormentato da ricordi che non riesce a comprendere. Richie è travolto dalla propria perdita e dai crescenti problemi della sua affascinante madre, Olivia.
È una storia di solitudine e rimpianto, del cangiante e sfuggente sogno americano e dei lasciti della guerra. È anche la storia di un matrimonio problematico e un’indagine narrativa su uno dei maggiori artisti del ventesimo secolo.

 

graphic novel

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Edith Wharton, Anton Cechov, Thomas Wolfe, Henry Lawson, Susan Samanci, Lafcadio Hearn, Zhaxhi Dawa, Arthur Machen

Racconti dal mondo

Illustrazioni di Valentina Villa

 

I racconti di questa raccolta sono stati scritti da autori di varie regioni del mondo. Sono storie che parlano di trasformazione, di passaggio, di contrapposizione tra la vita e la morte, tra il ricordo e il presente, tra paura e speranza. Alcune presentano una situazione evanescente, tipica del sogno come La luce dell’abisso (Tibet), dove il mondo soprannaturale e l’ombra coesistono con la realtà materiale, altre viceversa mostrano una realtà cruda e ruvida come Il becchino (Australia), dove la morte seppur vissuta nel suo aspetto più materiale, è anche l’estremo tentativo di ritrovare un’umanità perduta. In Helin profumava di resina un ambiente magico e sospeso si nasconde al riparo dalle insidie di dolore e guerra che si svolgono lontano dalla campagna. Sono spazi diversi così come lo erano i luoghi che le hanno prodotte. Oggi questi ambienti sono quasi completamente trasformati, appiattiti nelle differenze, globalizzati, dunque privati di poesia. In quest’ottica sono state
scelte queste storie: recuperando le particolarità di ogni
ambiente e cultura, le leggende e quella dimensione quasi magica, dove in lontananza si può scorgere il tendone di un circo, nel bosco si può intravedere il volto di un gitano, su una terrazza può visitarci uno spirito.

 

poesia

 

 

Zina Borgini

Medicamenti

 

Peregrinante, commovente, intercambiabile, palpabile, insomma: teatrale questa raccolta quasi melodrammatica di Vincenza Borgini – detta Zina nell’esultanza amicale... Vale a dire che l’Autrice ha messo ordine nelle proprie immagini, depotenziandole, rendendole, così, nuove, contemporanee; cioè una dolente o esaltante registrazione che si autorilancia tramite la poetica, esemplificando il sé in periodi di disuguaglianze endemiche, forse irrisolvibili. Del resto ogni esistere non è storia complessa?

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

 

Francesca Guffanti

La strana storia di Bric

 

Virginia scappa dal collegio dove è rinchiusa. Arriva alla sua montagna di notte. Mentre è nascosta nella stalla di casa, assiste alla caduta di un meteorite.
Questo evento straordinario cambierà la sua vita e quella degli abitanti del paese, in maniera irreversibile. Vigili, polizia, studiosi, operatori televisivi e turisti invaderanno i luoghi remoti di queste montagne, fino ad allora dimenticate. Con esiti imprevedibili. Scontri generazionali, avidità, incomprensioni, il giogo delle tradizioni e il rispetto della montagna. Affrontando questi temi Virginia e il suo paese dovranno toccare il fondo di tutte le cose non dette, per rendersi conto dei reali desideri che muovono le tre diverse generazioni che abitano il paese.
Virginia è un’eroina atipica. Da ragazza prima e da donna adulta poi, sa che per uscire da questo dramma bisogna trovare una strada percorribile anche là dove restano solo macerie.
Virginia è come la sua montagna e ci dice un’ultima parola sulla vicenda. Le sue scelte sono radicali fino alla fine, ispirate a un’etica profonda. Come potrebbe essere diversamente se vuole onorare amici, giuramenti, la montagna e la famiglia? Questa ragazza selvaggia e affascinante ci spinge a guardarci dentro e a vedere avanti.

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

Getta il tuo pane

 

Christine è una donna di cinquantasei anni che non si è mai sposata. Lavora come impiegata e nel corso della sua vita sembra aver fatto pace con la sua solitudine. Gli unici amici che le sono rimasti sono gli uomini che ha amato e che in passato l’hanno fatta soffrire… Questo suo equilibrio sfuma quando sua madre diventa vedova e lascia Losanna per raggiungere la figlia e vivere per sempre con lei a Ginevra. Di fronte a questo ricatto morale, Christine combatte con il suo senso del dovere che le impone di prendersi cura della madre, soffocando il proprio risentimento nei suoi confronti.
Da qui, anni di dipendenza reciproca coinvolgono le due donne in una delicata lotta di potere. Ma le cose cambiano non appena la madre si ammala.
Alice Rivaz maneggia questo materiale incendiario da par suo, capace com’è di condensare le tematiche che le sono proprie sin dagli esordi, e dal racconto di questa lunga intimità crea non solo la straordinaria figura di una donna d’altri tempi, esigente e tirannica, ma anche quella di un’epoca, di una società, di usi e costumi scomparsi, da lei tratteggiati con mirabile accuratezza e umorismo.

 

saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

Gabriele Perretta

Il sensore che non vede

 

La saturazione mediatica, l’esasperazione della comunicazione visiva, ci ha portati alla crisi del “terzocchio”, che è il simbolo della crisi del vedere! Da una parte la vita quotidiana è permeata di immagini e definire perciò solo i fenomeni di questa convivenza sarebbe insufficiente. Dall'altra la dimensione etico-estetica, la sua performatività nello scambio con il sociale, iviene il gap con il quale il “sensorio” si confronta. La dimensione delle suddette anomie rioccupa artificialmente il concetto di mediale, di ars, dalla quale l'operatività artistica pareva essere stata allontanata, con l’affacciarsi del binomio produttivo capitale/linguaggio.
L'insidia della cecità del mezzo concretizza una manipolazione del bello, non più inteso come categoria dello spirito, ma come espressione della moda, delle esteriorità dei prodotti- mercato. Oggetto di questo saggio è la perdita dell’immediatezza sensoriale, studiata nel ruolo che essa si è scavata nella società industriale e post-industriale. Lo scopo di questa riflessione è, dunque, quello di fornire una critica analitica che interpreti nelle sue varie forme questa cecità sociale, di processarne i meccanismi comunicativi e di illustrare lo sfondo percettivo delle nostre sviste e della nostra equivocità artistica.

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

Yu Xiuhua

Esserci ancora

 

I due racconti di Esserci ancora, sebbene apparentemente distinti, rispondono entrambi a una necessità
narrativa ben precisa: dare voce a un dolore, descritto attraverso due figure femminili ma con una valenza estesamente umana. Le protagoniste sono due donne, che con modalità ed esiti diversi infrangono lo schema che le vorrebbe aderenti alle regole sociali dei luoghi in cui vivono: la campagna, arretrata e chiusa, per Zhou Yu, e la città, frenetica e spietata, per Ai Lan. Due donne (o, se vogliamo, la stessa donna) dotate di una spiccata sensibilità e di una forte emotività che le rende vulnerabili, ma coraggiose al tempo stesso. Quel tipo di coraggio che genera dal dolore. In entrambi i casi vediamo concretizzarsi l’archetipo della sofferenza che diventa forza, ribellione, sfida e, in certi risvolti, sfuggendo al controllo, tocca la follia.

 

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