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graphic novel

 

 

 

 

 

 

 

Nadia Rizzo, Valentina Villa

Tra sogno e realtà

 

Questa Graphic novel propone sette racconti i cui personaggi attraversano la propria vita combattendo contro le pulsioni del proprio Es nel tentativo di dominarlo. Tra questi protagonisti, saranno proprio coloro che riusciranno a trovare una mediazione tra le forze del Super Io e le intemperanze asociali
dell'Inconscio a vincere la propria battaglia personale.
Nadia Rizzo dà vita a personaggi sinceri, capaci di accettare la propria natura anche quando li fa precipitare nell'abisso. Magistralmente illustrati dagli acquerelli di Valentina Villa.

 

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il Bosco di latte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valerij Brjusov

Racconti dell'Io

 

Una scelta fra i migliori racconti pubblicati da Valerij Brjusov dal 1907 al 1913. Alla loro uscita suscitarono infinite polemiche, a causa della cruenta e inusitata rappresentazione di eccessi e perversioni umane; spesso mostrate sovrapponendo i piani del sogno e della realtà e così precorrendo, in qualche modo, la psicanalisi. I suoi personaggi riescono a compenetrare vari mondi. Uno trasforma il sogno in una realtà desiderata, un altro vuole “vivere” la realtà dello specchio, provare a essere l’immagine-schiava del proprio Io; mentre Anna, giovane commessa, si estranea dalla propria realtà, popolata di esseri brutti e insulsi, per sentirsi felice in un ambiente fatto di articoli di cartoleria. In altri racconti Brjusov propone in chiave moderna l’eterna tematica dell’eros, attraverso una conoscenza sottile della dinamica dei sentimenti; anche l’eros può aprire una porta d’inizio o finale, di vita e di morte. E sono sempre le donne che spariscono, che muoiono, che dopo essere state abbandonate ricompaiono improvvisamente per suscitare un forte sentimento negli uomini. Racconti di straordinaria bellezza che hanno valso a Brjusov il titolo di “Edgar Allan Poe russo”.

 

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narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giancarlo Mancinelli Pozzi

Hand in cap. Delitti all'ippodromo

 

Il romanzo si ispira a un fatto di cronaca: il rapimento del presidente della Società Corse, avvenuto nei pressi dell'ippodromo di San Siro. Ambientato negli anni Settanta in una Milano dove agivano le bande di Vallanzasca e Turatello, la vicenda parte dalle indagini, subito indirizzate verso gli ambienti della malavita locale. Sei mesi dopo il cadavere viene recuperato dal lago di Iseo. Al recupero assiste anche il marchese Luigi del Roero, commissario agli Handicap all'ippodromo e amico fraterno del presidente.
Con il supporto di un amico giornalista, il commissario segue il dipanarsi delle indagini ufficiali, incanalate verso una soluzione di comodo, che egli tenta di contrastare conducendo una personale investigazione parallela, approdando a un risultato tanto logico quanto sconcertante.
Nella realtà dei fatti, i responsabili della morte del presidente
della società delle corse non sono mai stati individuati.

 

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il Bosco di latte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Victor Serge

Anni senza perdono

 

Siamo nella Russia degli anni Trenta, in pieno stalinismo; in un tempo in cui bisogna pensare allo zucchero e al petrolio, alle cimici nelle stanze, alle code nelle farmacie già svuotate, quando la miseria agisce nel cuore umano come una ferita segreta e la possibilità di guarire è legata al successo della restaurazione economica, che pur si auspica e si condivide. Ma l’individuo è solo mentre le grandi idee invadono le strade. Un equilibrio difficile, una coerenza messa a dura prova; un linguaggio che non si abbandona mai, se non all’amaro realismo.
Victor Serge denuncia, anticipando analisi politiche più attuali, i costi esistenziali di una trasformazione, i conflitti interiori di un popolo coinvolto in una grande ristrutturazione.
Ne Il vicolo San Barnaba si attende la morte di una vecchia per accaparrarle la stanza; ne L’ospedale di Stalingrado si ricoverano i dissidenti.
Esplode il conflitto individuo-potere e individuo-libertà; e così come accade oggi, le domande del grande scrittore restano senza risposta. Ma questo è il compito di chi scrive: “Non scrivere di menzogna e futilità.”

 

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graphic novel

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Ciarallo, Manlio Truscia

Zappa. Il fumetto

 

Il caleidoscopico universo (a fumetti) di Frank Zappa: un diario enciclopedico, un racconto, dodici testimonianze in bianco e nero di musicisti e amici quali Edgar Varése, Steve Allen, Ray Collins, Jimmy Carl Blake, Ruth Underwood, Howard Kaylan, Mark Vollman, Ritchie Blakemore, Guido Harari, Kent Nagano, Massimo Bassoli, Tanino Liberatore, Fabio Treves, Matt Groening.
Con l'aggiunta di tavole a colori, e quattordici illustrazioni di altrettanti artisti del fumetto di tutto il mondo.

 

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narrativa

 

 

 

 

 

 

Valentina Ricci

L'alba sepolta

 

Davide è bello, bellissimo, un’opera d’arte. Ha diciannove anni e il mondo è suo. A scuola lo conoscono tutti, i compagni di squadra lo applaudono, le ragazze se lo contendono, ignare dell’amaro finale che le attende.
Dentro casa, però, è un’altra storia: il padre, cardiologo e ricercatore di fama, è spesso in viaggio e perennemente evasivo, tanto che il giovane, per uscire dall’ombra, è deciso a diventare anch’egli medico, aiutato dall’amico fraterno Giulio con cui condivide tale ambizione.
Ma l’incontro con la sfuggente Karin, immune al suo fascino, lo condurrà in un’inaspettata quanto ripida discesa nei bassifondi dell’anima, faccia a faccia con il drammatico vuoto che da sempre lo attanaglia. Lì ad attenderlo, sepolta nel mare calmo di memorie ormai vaghissime, l’ultima alba della sua vita precedente, quando gli altri, ancora, non se n’erano andati.

 

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narrativa Reissue

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Massimo Vaggi

Sarajevo novantadue

 

Aprile 1992, città di Sarajevo. Milo ha sedici anni, gioca a pallone, va a scuola e fa la corte a Lana. Nella vita che ancora per poco continuerà a essere normale, il padre lavora come giornalista, Ibrahim l’allenatore sogna per il ragazzo un futuro in una squadra importante, il professor Simo Zivanovic, storico appassionato, tra una lezione e l’altra scrive di Jovan il contadino, rapito nel 1531 dalle milizie di Alibeg per lavorare alla costruzione della moschea del Bey. Ma Sarajevo è città sull’orlo di un baratro, nonostante la finzione dei più, e quando l’assedio inizia si frantumano le regole di ogni comunità. Niente più scuola e pallone, dunque, e nemmeno più un padre; solo granate, esplosioni, case dalle imposte chiuse dietro cui nascondersi e vie con lamiere rabberciate tese tra i lampioni, fragile barriera che vuole proteggere i passanti dalla vista dei cecchini, non certo dai loro spari. Milo potrebbe fuggire, con l’aiuto di un sergente del contingente Onu, ma non sa decidersi: cerca il consiglio del professore, però Simo Zivanovic non è più in grado dii mmaginare un destino qualunque nemmeno per Jovan, personaggio di carta.
In Sarajevo novantadue Massimo Vaggi fotografa l’immobilità di un assedio che imprigiona il futuro di un’intera incredula popolazione e, dimentico di come quello sia il luogo dove uomini diversi per cultura e religione hanno imparato nei secoli cosa significhi vivere in pace, frantuma ogni criterio del vivere conosciuto.

 

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saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Jacques Dupuis

Storia della paternità

 

L’uomo è sempre stato padre? Qual è l’origine dei tabù dei nostri giorni? Jacques Dupuis, storico, geografo, etnologo e antropologo, ci racconta la nascita della presa di coscienza della paternità. Attraverso testimonianze letterarie, archeologiche ed etnologiche, Dupuis delinea l’esistenza di una “Età aurea” della
condizione femminile in cui la Donna, ritenuta unica genitrice, era investita della massima considerazione in tutte le sfere del vivere sociale. Con la scoperta del ruolo attivo svolto dall’uomo nella procreazione e con l’avvento della “Età degli Eroi”, conseguente all’epoca delle guerre, ha inizio la rivoluzione patrilineare. La coscienza della paternità dà all’atto sessuale una nuova connotazione morale alla completa libertà sessuale, caratteristica dell’epoca precedente, subentra il timore di quei tabù, quali l’incesto, la prostituzione, l’omosessualità, che tuttora esistono nelle società contemporanee.
Forte dello studio delle mitologie antiche e delle testimonianze
fornitegli dall’etnologia, Dupuis data la scoperta della paternità attorno al V millennio. Questa datazione gli consente di elaborare una cronologia della nascita e dell’evoluzione del gruppo sociale definito “famiglia”; Dupuis si pone quindi in contrasto con le tematiche dell’antropologia fissista, propugnatrice del concetto di flusso cronologico.

 

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narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alessandra Patriarca

L'uomo nel mezzo

 

Alla vigilia dei quarant’anni Luca è un uomo sicuro di sé: piacevole, benvoluto, attraente. Ha un lavoro che lo appassiona nel mondo dell’arte. Una vita ricca di interessi e amici. Nessun rimorso, nessun rimpianto. E allora, chi gli ha spedito quella maglietta color salmone? E perché un tale evento all’apparenza innocuo, si sviluppa inesorabile in una persecuzione inquietante?
Mentre cerca di venire a capo di questo mistero, Luca si muove in una Milano contemporanea e fremente, che gli appare talvolta più torbida e oscura, tal altra invece quasi benigna; e così i variegati personaggi che ruotano intorno a lui: l’amico fraterno Pietro e sua figlia Wendy, Dora la vicina quasi ottantenne, Annina che progetta videogame, gli sgradevoli coniugi Barca e molti altri.
È evidente che qualcuno lo ha preso di mira, ma chi può essere? Forse un antico amore, oppure un rivale in affari? Ma soprattutto, riuscirà Luca a fermarlo e a riprendere il controllo della sua vita?

 

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narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

Il cavo dell'onda

 

 


Quando l'amore non sboccia e rimane idealizzato, entrano in gioco le paure. In questo romanzo, Alice Rivaz ne mostra le ombre lunghe e non esita a esplorare le situazioni comiche, felici o tragiche che ne derivano. Opera della maturità artistica, Il cavo dell'onda, seguito di Come la sabbia (1946), è stato pubblicata solo ventuno anni dopo, come se Alice Rivaz avesse voluto prendersi il tempo e la distanza necessari per comprendere la situazione dell'Europa pre-bellica. Le sue profonde analisi delle aspirazioni e degli errori dei protagonisti possono essere letti indipendentemente dal romanzo che lo precede. Soprattutto se piacciono i contrasti creati dalla neve in primavera.

 

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graphic novel

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Marco Ceruti

I milanesi uccidono a luglio (perché in agosto vanno in vacanza)

 

In una Milano nel pieno del boom economico degli
anni '60, Federico Colombo, detto Fred, si trova improvvisamente coinvolto in un caso intricato, dai palazzi
del potere ai bar malfamati, dai salotti di lusso
alle trattorie, dalle ville dei potenti ai bordelli più o
meno nascosti, alla ricerca del rampollo di una delle
più importanti famiglie italiane sparito misteriosamente
e di preziosi documenti rubati. Mentre una scia di
sangue sembra accompagnare queste misteriose sparizioni,
ad aiutarlo, oltre ad alcuni ex colleghi, anche
vecchie conoscenze della “mala”, improbabili cronisti
di “nera”, e una miriade di altri personaggi, fino al finale
a sorpresa.

 

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In Utero - musicale

 

 

 

 

 

 

 

Alberto Patrucco, Laurent Valois

AbBrassens

 

Questa non-biografia di Georges Brassens è il frutto dell’intenso ed emozionante percorso compiuto da Alberto Patrucco tra le parole e la musica di un artista unico, dotato di genialità e ironia senza eguali. Un viaggio alla ricerca dei tanti tesori presenti nell'opera del grande cantautore francese; un percorso che mette in risalto la sorprendente sintonia con il presente e che, a dispetto del tempo, ci restituisce tematiche attuali ancor oggi. Uno stile inconfondibile, il suo, elegante e ricercato; una forma poetica meticolosa e severa, dove non si avverte traccia di tecnica scolastica né si ostenta l’enorme bagaglio culturale dell’autore; su ogni parola e nota aleggia il suo personalissimo e inconfondibile tratto ironico, un’ironia talvolta evidente, talora sottile e tutta da scoprire.

 

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Narrativa - Reissue

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Christine Dwyer Hickey

Tatty. Un'infanzia berlinese

Vincitore del premio Unesco del 2020, campione di vendite in Irlanda e in Inghilterra, inserito tra le 50 opere irlandesi più importanti degli anni Duemila, candidato al prestigioso Orange Prize e selezionato per il premio Hughes & Hughes come romanzo dell’anno

 

Il fortunato romanzo di Christine Dwyer Hickey, Tatty, racconta la storia di una ragazzina di Dublino che lotta per sopravvivere e crescere in una famiglia disfunzionale. Da quando la bambina ha quattro anni, fino ai suoi quattordici anni, la voce di Tatty evolve insieme alla sua percezione di quel che le accade intorno, permettendoci di entrare nei suoi pensieri e di osservare insieme a lei la fragilità della vita, ciò che gli adulti possono farsi l'un l'altro, e soprattutto ciò che possono fare ai figli. Tatty vive in una casa ordinaria insieme al padre, alla madre e ai fratelli tra le quali Deirdre. Ma nella casa aleggia anche un'altra presenza che Tatty sente, più che vedere: il conflitto tra i genitori e la crescente dipendenza dall'alcol. Ambientato a Dublino tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, Tatty è una cronaca del suo tempo. Il risultato è un romanzo sconcertante che continua ad accompagnare il lettore anche dopo molto tempo che ha richiuso il libro.

 

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Narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

John Galt

Il parlamentare. Un’autobiografia

 

Il parlamentare è considerato il primo romanzo politico
in lingua inglese: capolavoro di arguzia, è una
critica devastante dell'autonomia della politica nei confronti degli
interessi del mondo economico e del tornaconto personale.
Il protagonista è uno scozzese che, appena tornato dall'India,
acquista un seggio in un quartiere 'marcio'. La sua vicenda trasforma il romanzo in un insuperabile studio sulla corruzione del Parlamento inglese pre-riforma (1832), e sorprende per la sua attualità. Il lettore non faticherà infatti a riconoscere tra le righe gli stessi mali che, a partire dal 1861, affliggono la politica italiana. John Galt ha la capacità di mostrare quale sia la vera funzione di un Parlamento, al di là delle dichiarazioni di facciata
sulla retorica democratica.

 

 

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Narrativa - Reissue

 

 

 

 

 

 

 

 

 

William McIlvanney

Docherty

 

Pubblicato nel 1975, Docherty è un intenso documento sulla Scozia del primo Novecento: una famiglia operaia, una città mineraria toccata dalla prima guerra mondiale e gli scioperi dei minatori negli anni Venti. Protagonista del romanzo è Tam Docherty, che assiste al lento disgregarsi della sua famiglia a causa dei contrasti insanabili con i figli Mick e Angus. In mezzo al crescendo dei litigi spicca la figura della moglie Jenny, testimone sensibile e figura di grande forza interiore. Ma il vero tema del romanzo è il racconto di un cambiamento epocale, tra un passato che muore e un Nuovo che si impone con la forza del potere padronale. Uno scontro dietro il quale il lettore di oggi non tarderà a riconoscere le lunghe ombre degli anni Ottanta, allorquando il governo di Margaret Thatcher provvederà a chiudere colpo su colpo i conti con i diritti dei lavoratori.

Vincitore del Whitbread Award for Fiction

 

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Saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Federico Greco

Cinque cerchi di separazione
Storie di barriere di genere
infrante nello sport

 

Come nella politica, nell’arte, nel costume e in qualunque altro ambito, sono gli uomini ad aver scritto la storia; le donne restano in secondo piano, la loro è un’assenza rumorosa, quasi scontata. Prima escluse, poi fatte entrare dalla porta di servizio, poi pagate meno per fare le stesse cose, e ancora esigua minoranza nelle sedi in cui si prendono le decisioni, per entrare nel mondo dello sport le donne devono superare ogni genere di resistenze.
L’autore mostra come la discriminazione sia un concetto storicamente determinato e veicoli una rilevante differenza d’approccio: “Quando è principalmente la linea della classe sociale di appartenenza a determinare l’inclusività, quella del genere non risulta altrettanto escludente.” Lo sport si è mostrato classista (e razzista) prima che sessista.

 

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Graphic Novels

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valentina Villa, Walter G. Pozzi

Falso Risveglio

 

Falso risveglio
Una famiglia si ritrova per una particolare circostanza. Gli eventi si confondono con i ricordi e i sogni di padre e figlio, riducendo ai minimi termini il loro rapporto. Questioni arcaiche vengono alla luce mentre fuori l’autunno volge ormai al termine.

Ottododicimillenovecentottanta
Lo stesso attimo in due esistenze diverse. Una è quella di un adolescente, la sua quotidianità, l’amore, i suoi dubbi. L’altra è quella di un personaggio che ha segnato la storia con i suoi testi e le sue parole riflettendo il sentimento di un epoca. Uno si affaccia alla vita, l’altro la lascia in circostanze imprevedibili.
Due esistenze diverse collegate da un istante, che è la luce di una candela accesa, consapevolezza di ciò che accade fuori di noi, nel mondo.

 

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In Utero
musicale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Davide Steccanella

Perché Sanremo è Sanremo
Da Grazie dei fior a Me ne frego
Storia del Festival più amato dagli italiani

 

“Anche noi abbiamo il nostro richiamo militare obbligatorio. Possiamo non aver cantato mai, neppure sotto la doccia. Possiamo non amare le canzoni, ma quando la Patria canora ci richiama in questo periodo dell’anno, tutti davanti al televisore per il Festival di Sanremo. Ubbidiamo lamentandoci come sotto la naja.”
Beniamino Placido, La Repubblica, 24 febbraio 1993

Nel racconto di settanta edizioni di un Festival cominciato il 29 gennaio del 1951, e capace di registrare nell’ultima edizione ancora il 54,78% di share televisivo, si ripercorre l’evoluzione (o involuzione?) del costume e del gusto del nostro Paese.

 

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In Utero
musicale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mario Bonanno

Il nemico non è
I cantautori, la guerra e il conflitto sociale

 

Durante il lungo Sessantotto l’onda della protesta irrora la canzone di poetiche di caratura dirompente: le parole diventano cronaca e poesia dal teatro della storia. Per la gioventù movimentista degli anni Settanta le prove tecniche di rivoluzione passano anche dalle ballate dei cantautori che risuonano dagli stereo, dalle piazze, come nelle aule delle università occupate. La loro contiguità con il tema della guerra e del conflitto sociale è l’argomento specifico di questo libro, nel suo doppio declinarsi argomentativo di lotta combattuta tra nazioni, e di lotta instaurata tra Sistema e individuo. Il nemico non è (da un verso di una canzone di Enzo Jannacci) ha intenti scopertamente politici, a sostegno di due tesi: la prima riguarda lo statuto sociale assunto dalla canzone d’autore negli anni Settanta; la seconda inerisce al conflitto Stato-individuo. Un conflitto oggi taciuto e a quel tempo persino rappresentato/cantato. Di questa azione coercitiva ha sempre fatto le spese il cittadino comune. Militare in divisa o burattino senza fili che sia.

 

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saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cristiana Boido

Pancine fantastiche

 

“Tribù” di madri legate a valori differenti da quelli della società corrente: gruppi chiusi, nei quali si entra solo tramite la raccomandazione di altre madri. Sono i gruppi delle Pancine, svelati dal blogger Vincenzo Maisto. In questo breve saggio cerchiamo di individuare, negli infiniti racconti delle pancine, la nascita, nelle pieghe di internet, di queste tribù premoderne nelle quali il ruolo della donna nella società contemporanea è condannato, per tornare a una nozione di famiglia e di relazioni coniugali improntate a logiche sovversive, almeno per il moderno pensare. A Maisto il merito di averle scoperte, additandole come un fenomeno di spassosa comicità.
Questo breve lavoro, grazie alla profilazione di quarantadue Pancine, è anch'esso sovversivo: le Pancine non sono solo manifestazioni di culture marginali, arcaiche ma donne di ogni status sociale e culturale.
È un libro divertente che non vuole suscitare risate. Perché, come confermato nella postfazione dai dottori Paolo Francesco Peloso e Giuseppina Romeo “il fenomeno delle mamme pancine rappresenta, pur nella sua estremizzazione, alcune delle caratteristiche presenti nei vissuti relativi alla maternità culturalmente diffusi”.

 

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narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Évelyne Pisier, Caroline Laurent

La libertà all'improvviso

 

Mona Desforêt ha la grazia e la giovinezza delle fate. In Indocina tutti gli occhi sono per lei. Nel frattempo il Paese sta bruciando, preso tra l’occupazione giapponese, le infamie e l’ascesa del Viet Minh. Così, insieme alla figlia Lucie e al marito, un ufficiale di alto rango coinvolto con il regime di Pétain, fugge in Nuova Caledonia. Nella nuova destinazione, a Nouméa, i giorni sono scanditi da monotonia, ordinario razzismo e nuoto in laguna. Lucie sta crescendo e Mona vive di sogni e immaginazione fino al giorno in cui incappa nella lettura de Il secondo sesso di Simone de Beauvoir. È la nascita di una coscienza, l’inizio della libertà. Tornata in Francia da donna divorziata e indipendente, Mona introduce la figlia alle lotte femministe e alla guerra per la liberazione anticoloniale dei popoli. Da questo momento in poi, Lucie coltiva un solo sogno: andare a Cuba. Non sa ancora che lì incontrerà un certo Fidel Castro...
Romanzo tratto dalla storia vera di Évelyne Pisier.

 

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saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Silvia Albertazzi

Questo è domani
Gioventù, cultura e rabbia nel Regno Unito
1956 - 1967

 

Il 1956 è un anno-chiave nella storia inglese: mentre la crisi di Suez porta alla definitiva perdita di potere del Regno Unito sullo scacchiere mondiale, l’invasione sovietica dell’Ungheria è motivo di ripensamento degli ideali marxisti da parte di chi già ipotizzava un socialismo all’inglese. Tre eventi, al cui centro si pongono i giovani, la gente comune e l’idea di una cultura “ordinaria”, fondata sul recupero dell’esistente, si segnalano: il primo programma del Free Cinema; il debutto del dramma Ricorda con rabbia, e la mostra This Is Tomorrow.
Scopo di questo lavoro è dimostrare quanto questi avvenimenti del 1956 abbiano influenzato la scena culturale successiva – dagli angry young men alla new wave cinematografica alla pop art, dai Beatles alla swinging London – imponendo l’idea di una via britannica alla cultura, in grado di porsi come autentico “modo di vita”, oltre che corpus di lavoro intellettuale e immaginativo. Comune ai tre eventi è uno stesso proposito:
“porre l’arte in una prospettiva spazio-temporale che confida nel futuro per essere completata”. Si tratta ora, a più di sessant’anni di distanza, di verificare come – se – quelle proposte sono state “completate”, osservandole da quell’allora lontanissimo futuro che oggi è il nostro presente.

 

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il bosco di latte

 

 

 

 

 

 

 

Edith Wharton

La seconda occasione

 

Con questi tre racconti, e l’affilata potenza della sua prosa, Edith Wharton ci conduce nelle stanze più segrete del cuore di donne particolarmente coraggiose.
Le prime due protagoniste hanno avuto il coraggio di fare quella scelta controcorrente e scandalosa a cui hanno rinunciato le eroine dei più famosi romanzi della scrittrice: far vincere l’impulso potente del sentimento sulle convenzioni sociali. Ora si trovano a convivere con le conseguenze della scelta.
Nell’ultimo racconto, si agita una domanda: cosa accadrebbe se non ci fosse castigo per aver seguito il proprio cuore? Se non ci fosse alcuna condanna, se non quella che le donne, da sole, si infliggono? La risposta è tutt’altro che scontata.

 

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poesia e prosa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bobby Sands

Scritti dal carcere

Traduzione di Enrico Terrinoni e Riccardo Michelucci

 

A 39 anni dalla morte, per la prima volta in italiano tutte le poesie e le pagine di prosa inedite scritte da Bobby Sands durante la sua carcerazione nei Blocchi H di Long Kesh, in Irlanda del Nord, tra il 1976 e il 5 maggio 1981, quando morì dopo 66 giorni di sciopero della fame.
Oltre 90 pagine di versi (40 componimenti) e più di 50 pagine di brani in prosa che il rivoluzionario irlandese, morto a 27 anni in protesta contro il regime di detenzione imposto dal governo britannico, compose scrivendo su carta igienica e cartine di sigarette.
L'amore per la libertà, l'attaccamento alla propria terra, il carisma, l'attenzione per i compagni, la passione per letteratura, storia e ornitologia: Bobby Sands rivela nei suoi testi non solo la tenacia di un ribelle acuto e inflessibile ma anche una straordinaria sensibilità umana e poetica, una capacità di trascendere e muoversi abilmente su diversi piani, oltre al senso morale altissimo che lo porterà in assoluta consapevolezza a scegliere di morire.

Prefazione inedita di Gerry Adams.

 

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In occasione dei 40 anni dalla morte, presentazione del libro:
“Scritti dal carcere” di Bobby Sands
Mercoledì 5 maggio | ore 18,30 | pagina facebook Paginauno La Casa Editrice

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narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

Come la sabbia

Questo secondo romanzo di Alice Rivaz, apparso nel 1946, ci invita a seguire, durante una manciata di giorni e notti dell'inverno del 1928, l’esistenza di alcuni funzionari che lavorano in un organismo internazionale a Ginevra. Le scelte private, le aspettative tradite, le passioni brucianti dei protagonisti, in special modo di Hélène Blum e André Chateney, costituiscono un palcoscenico illuminato dietro il quale si muove, implacabile e sinistra, la Storia. Cieca e sorda alle istanze collettive che pure passano tra le sue mani, sotto forma di relazioni su scioperi e proteste in gran parte dell’Europa, una collettività privilegiata, al riparo dalla “disgrazia che bussa alle porte dei loro vicini”, come scriverà Rivaz nel 1966, desidera la propria felicità in termini individuali, come se il mondo al di fuori dell’ufficio e delle relazioni private non fosse che un’entità astratta.
In Come la sabbia, si può notare l'avvio di quella tematica delle rivendicazioni femminili cui l'autrice rimarrà fedele e che si accentuerà l'anno dopo in La pace degli alveari (Paginuno, 2019), prima di diventare il soggetto principale delle scrittrici femministe degli anni Settanta. Ancora una volta, il talento di Alice Rivaz precorre i tempi, narrando con almeno cinquant’anni di anticipo l’alienazione contemporanea.

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saggistica

 

 

 

 

 

 

Augusto Q. Bruni

Scrivere con gli archetipi

Che cosa unisce Amleto e Sherlock Holmes, Edipo e il tenente Colombo, Pandora e Kay Scarpetta? Perché alcuni personaggi della letteratura e del cinema rimangono impressi per tutta la vita e altri li dimentichiamo? E perché alla fine certe storie funzionano e hanno successo più di altre? La risposta sta dentro la natura stessa dei protagonisti, una natura così potente che riesce a fare da modello di riferimento attraverso i millenni. E può anche servire a conoscere meglio se stessi. Scrivere con gli archetipi è un vero e proprio manuale di scrittura creativa, uno strumento prezioso per costruire i personaggi con fantasia ed efficacia. Un manuale operativo che è anche riflessione teorica, oltre che un’esperienza immersiva nella propria coscienza.

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narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabrina Campolongo

Il figlio

«Hanno trovato tuo padre.»
Tommaso lascia cadere il braccio che regge il telefono, prende una profonda boccata di fumo, lo soffia verso la striscia azzurra di cielo che avanza indifferente. Sente, ma lontana, la voce di sua moglie. «Ci sei? Tommy, sei lì?»
Riprende il telefono.
«Morto» dice. Non proprio una domanda.

Tommaso ha preso dal padre – Ottavio Manfrè, il grande attore – gli occhi prodigiosi e la passione per la recitazione. Da sempre vive nella luce abbagliante che avvolge la figura pubblica, amata e incensata, e nelle ombre profonde che l’uomo, il marito, il padre hanno lasciato dietro di sé. Ma ora che Ottavio ha scelto di recitare in solitudine il suo ultimo atto, il confronto non può più essere rimandato.
Sabrina Campolongo torna a raccontare la violenza e la dolcezza della famiglia, con una storia che parla di ferite, eredità e talento.

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saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Andrea Lapponi

Diario dalla Catalogna

Questo libro è il racconto, quasi quotidiano, di Barcellona e del suo referendum indipendentista. Della vita che si intreccia con la politica, la magistratura, gli arresti, le cariche della polizia, il Parlamento chiuso e il processo concluso nel 2019. Cittadini che si scontrano con uno Stato ancora immerso nel franchismo, do-ve la democrazia e i diritti vengono messi in discussione proprio in nome del diritto e della democrazia. Lapponi comincia a scrivere gli “aggiornamenti” nel settembre 2017 su Facebook. Diventano virali e Globalist inizia a pubblicarli, trasformandoli in articoli, perché “nessuno racconta quello che scrivi tu”, dicono i redattori. I post proseguono per due anni, fino alle sentenze di condanna di un processo che la stampa spagnola definisce “l’evento più importante dopo la fine del franchismo”. Qui raccolta e strutturata, questa dettagliata cronistoria si trasforma in un crescendo che parla a tutti noi, perché dà la visione complessiva della repressione politica e giudiziaria messa in atto dallo Stato spagnolo verso un’istanza e una protesta sempre pacifiche. Comunque la si pensi, che si sostenga o meno l’indipendentismo catalano, in ballo c’è altro: perfino la libertà d’opinione.

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narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

Catherine Chidgey

Il figlio perfetto

Germania, 1939. Due bambini osservano i loro genitori mentre vengono inghiottiti dagli sconcertanti meccanismi del potere. Sieglinde vive nell’agiata ignoranza della borghesia berlinese, il lavoro di suo padre è censurare i libri asportandone le parole proibite (“promessa”, “amore”, “pietà”...). Erich è figlio unico e vive con la madre nella campagna rigogliosa vicino a Lipsia, all’ombra di inquietanti domande senza risposta. Entrambe le famiglie ambiscono alla purezza e alla perfezione che guidano i buoni tedeschi. I bambini si incontrano mentre le speranze della Germania nazista per un futuro glorioso cominciano a crollare, e trovano temporaneo rifugio in un teatro abbandonato, in mezzo alle macerie di Berlino. Là fuori, bianche lenzuola sono appese alle finestre; in tutta la città la gente parla della resa.
A osservarli c’è un bambino, il misterioso narratore della loro storia. Vede ciò che loro vedono, sente ciò che loro sentono, eppure la sua voce arriva dal profondo delle rovine del sogno di una nazione.

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narrativa

 

 

 

 

 

 

 

Raffaella Musicò

Con la paura ci mangiamo la notte

 

In una Milano dissolta in particelle solitarie, Giulia, Yumiko, Elena e Roberta affrontano il nodo emotivo che le ha condizionate per tutta la vita. Insoddisfatte nel profondo, arrabbiate ma arrese al pantano dei loro giorni, si sfiorano in incontri all’apparenza superficiali, senza rendersi conto della rete che comincia ad avvolgerle, costringendole a riemergere e a fronteggiare se stesse. In una notte rischiarata dal raggio livido di una luna piena, la sopraffazione insensata su un essere indifeso, il cane di Amedeo, spezza le ombre lunghe della loro paura. L’odio e il dolore per un’ingiustizia efferata si propagano tra le maglie della rete che si stringe senza scampo attorno a loro e irrompono nel vuoto di sogni: con la paura ci mangiamo la notte.

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Saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Matteo Luca Andriola

La Nuova destra in Europa
Il populismo e il pensiero di Alain de Benoist

Nuova edizione aggiornata a oggi

L’esplosivo successo elettorale dei partiti di destra alle ultime elezioni europee è la ragione che ci ha suggerito di riproporre, aggiornato di cinque anni, il saggio La nuova destra in Europa (Paginauno, 2014). In quell’occasione Andriola identificava in una rivoluzione ideologica, iniziata quarant’anni prima dall’intellettuale Alain de Benoist, la crescita che i vari movimenti di destra già avevano registrato, li analizzava seguendone il percorso e tirava le file dei legami creati, e tuttora esistenti, tra la Nuova destra come corrente culturale e le diverse formazioni politiche. Oggi la Lega di Salvini è arrivata al 34% alle europee, il Front national francese al 23% e una nuova formazione, l’AfD, non cessa la sua cavalcata in Germania, mentre sul piano teorico a de Benoist si è affiancato Alexander Dugin con la sua Quarta Teoria Politica e in Europa ha iniziato ad agire l’Alt-Right statunitense, incarnata da Steve Bannon e dal suo The Movement: tutto ciò è affrontato in questa nuova edizione aggiornata. Come nasce questo cambiamento, come siano stati abbandonati i riferimenti storici per attingere a una parte del pensiero che un tempo apparteneva alla sinistra e come questo percorso abbia condotto la Nuova destra al successo, trovano una risposta in questo libro inchiesta.

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Narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

Christine Dwyer Hickey

Farley

 

Farley è un anziano dublinese, dal corpo fragile ma dalla mente affilata come un rasoio. Svegliandosi nel cuore di una gelida notte di gennaio, si ritrova riverso sul pavimento del bagno, paralizzato. Mentre elabora piani per il proprio salvataggio, la sua mente comincia a risalire il passato, portandoci con lui.
Dipanando la trama e l’ordito della sua vita, Farley rivive gli amori, le perdite e i tradimenti, con lo spirito e la comicità caustica di un vero dublinese. Perché questa è anche la storia di Dublino, fedele compagna della sua esistenza, che Farley ha visto attraversare tra povertà e prosperità, boom e crisi.
Dalla resa epica, ricco di dettagli e attraversato da un delicato black humour, Farley costituisce un’elegia dolceamara a Dublino e una riflessione unica sulla vita di uno dei suoi abitanti.

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In Utero

 

 

 

 

Jennifer Radulovic

Scandale!
Gainsbourg

 

La vita di Serge Gainsbourg, il genio ribelle che ha scandalizzato il Vaticano tra musica, poesia e provocazione, a cinquant’anni anni dall’uscita di Je t’aime... moi non plus. La straordinaria storia d’amore con la musa Jane Birkin, la vita epica del padre di Charlotte Gainsbourg, la storia intensa, brutale e commovente dell’ultimo Poeta Maledetto.

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Il bosco di latte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Francis Scott Fitzgerald

Ci risiamo, Basil Lee

 

Basil Lee è cresciuto. Il giovane alter ego dello stesso F.S Fitzgerald, che abbiamo già incontrato nella raccolta che porta il suo nome (Paginauno, 2018) è entrato nella piena adolescenza e l’impasto ricco di contrasti della sua personalità comincia a solidificarsi: furbizia e candore, acuta sensibilità e noncuranza, fantasia indomabile e senso pratico continuano a convivere in lui, ma si fa strada una nuova consapevolezza di fronte alle sfide dell’esistenza. Il contrasto tra l’immaginario e il reale si fa più stringente e Basil si trova sempre più spesso messo a confronto con il prezzo dei sogni, da quello di emergere grazie al suo talento a quello, più prosaico, di ottenere la migliore istruzione per farsi strada nella vita. Ma più di tutto, al centro di queste storie c’è l’incontro con l’universo delle ragazze. Il rapporto tra compagni maschi passa leggermente in secondo piano e sono figure femminili memorabili e modernissime che Fitzgerald ci consegna tra le pagine di questo piccolo capolavoro di brio e poesia, di intelligenza e sensibilità. Il racconto della complessità dei rapporti tra i sessi a sedici anni non potrebbe essere più
attuale. Ogni adolescente, presente e passato, vi ritroverà la fulgida luce e le tenebre insondabili dei primi amori.

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Il bosco di latte

 

 

 

 

 

 

Ring Lardner

Chi ha fatto le carte?

 

Giocatori di baseball e di football americano, pugili, cantanti, parolieri, musicisti, giornalisti, commessi viaggiatori, barbieri, poliziotti: questi sono alcuni tra i più frequenti protagonisti delle storie di Lardner che per una ventina d’anni hanno deliziato i lettori del Saturday Evening Post e del New Yorker. E poi le donne: donne sposate o in cerca di esserlo, ma ugualmente frustrate e deluse da un mondo nel quale ogni sentimento
interiore sembra dover essere sacrificato alla vanità e all’apparenza. Lardner appunta i suoi strali contro la vita cinica e materialista dell’Età del Jazz, ma la sua satira amara e beffarda, anziché perdere vigore, sembra avere acquistato attualità in corrispondenza con il trasferirsi anche da noi di fenomeni e atteggiamenti un tempo caratteristici del costume americano.

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Narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

La pace degli alveari

“Per me Alice Rivaz è una vera sorella di femminismo”
Annie Ernaux

 

“Credo di non amare più mio marito”. Così si apre il diario segreto di Jeanne Bornand, moglie e lavoratrice, donna che è stata amante e amata e che si ritrova, ancora giovane ma vicina a non esserlo più, faccia a faccia con la sua estraneità alla vita cui le sue scelte l’hanno condotta. A finire implacabilmente sotto accusa è il matrimonio, nella sua prosaicità, nel suo insanabile scollamento dall’amore, ma una volta cominciato sembra che Jeanne non riesca più a fermarsi. L’intera società degli uomini, di cui le donne sono al tempo stesso vittime e complici, finisce sotto la sua critica spietata, tanto più feroce perché tinta della più lucida ironia.
Quello che non si è perdonato a questo romanzo, uscito due anni prima de Il secondo sesso, è probabilmente la sua efficacia nel ridicolizzare i miti, i rituali e le manifestazioni esteriori del sistema di valori maschile, mentre lo attacca dalle fondamenta.
Con una prosa leggera e appuntita come una freccia, Alice Rivaz getta l’intera storia dell’umanità sotto una luce diversa partendo da piccoli fatti quotidiani, apparentemente irrilevanti, come l’acquisto di un cappello nuovo.

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