2019
Narrativa
138 pagg.
ISBN: 9788899699314
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“Per
me Alice Rivaz è una vera sorella di femminismo”
Annie Ernaux
“Credo di non amare più mio marito”.
Così si apre il diario segreto di Jeanne Bornand, moglie e
lavoratrice, donna che è stata amante e amata e che si ritrova,
ancora giovane ma vicina a non esserlo più, faccia a faccia
con la sua estraneità alla vita cui le sue scelte l’hanno
condotta. A finire implacabilmente sotto accusa è il matrimonio,
nella sua prosaicità, nel suo insanabile scollamento dall’amore,
ma una volta cominciato sembra che Jeanne non riesca più a
fermarsi. L’intera società degli uomini, di cui le donne
sono al tempo stesso vittime e complici, finisce sotto la sua critica
spietata, tanto più feroce perché tinta della più
lucida ironia.
Quello che non si è perdonato a questo romanzo, uscito due
anni prima de Il secondo sesso, è probabilmente la
sua efficacia nel ridicolizzare i miti, i rituali e le manifestazioni
esteriori del sistema di valori maschile, mentre lo attacca dalle
fondamenta.
Con una prosa leggera e appuntita come una freccia, Alice Rivaz getta
l’intera storia dell’umanità sotto una luce diversa
partendo da piccoli fatti quotidiani, apparentemente irrilevanti,
come l’acquisto di un cappello nuovo.
L'Autrice
L’opera di Alice Rivaz
(Rovray 1901 - Ginevra 1998) anticipa le tematiche che saranno poi
sviluppate dai movimenti femministi internazionali, ma, influenzata
dalle idee politiche del padre socialista, Alice Rivaz non ha trascurato
altre categorie di emarginati, affrontando anche argomenti considerati
tabù, come l’omosessualità e l’antisemitismo.
La pace degli alveari, pubblicato nel 1947, ha ricevuto all’epoca
un’accoglienza piuttosto tiepida a causa del suo approccio particolarmente
sovversivo. Ristampato nel 1970 e premiato come Libro del mese a Losanna,
ha innescato la riscoperta di Alice Rivaz, ponendola a ragione tra
le pioniere del pensiero femminista europeo.
Alice Rivaz, una outsider della letteratura
europea del Novecento
Singolare destino, quello di Alice Rivaz: singolare il suo
destino di donna e ancor più quello di scrittrice. Una vita
lunghissima, che attraversa tutto il Novecento, quasi interamente
trascorsa sulle rive del lago Lemano, tra Losanna e Ginevra, divisa
tra il lavoro accanito presso una grande istituzione cosmopolita come
il Bureau International du Travail e l'urgenza della scrittura, più
volte intrapresa e interrotta, in sofferto equilibrio tra l'apparente
obbedienza a profondissimi legami familiari e la trasgressione di
una libertà interiore e personale ostinatamente coltivata.
Un intreccio complesso, di straordinaria ricchezza, eppure celato
sotto una quotidiana normalità, che riassume in sé i
molteplici aspetti del travaglio della condizione femminile e ne rivela
inedite sfaccettature. Un'opera forte e innovativa che ha saputo svilupparsi
nonostante impedimenti e difficoltà, alla quale è oggi
finalmente riconosciuto, dopo anni d'oblio, il ruolo di rilievo che
le compete nella letteratura e nella cultura europee del nostro secolo.
Ma se in Svizzera e in Germania la sua fama è ormai consolidata,
in Italia Alice Rivaz è una figura ancora tutta da scoprire:
era davvero tempo che le sue opere, in passato pubblicate da prestigiosi
editori francesi come Julliard, Gallimard e Corti, fossero tradotte
anche da noi. Purtroppo la Grande Dame della letteratura
romanda non ha potuto vedere i primi volumi dell'edizione italiana,
usciti tre mesi dopo la sua scomparsa, avvenuta a Ginevra il 27 febbraio
1998, nella casa di riposo dove da qualche anno si era ritirata...
(continua...)
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