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William McIlvanney

Docherty

(Traduzione e postfazione di Carmine Mezzacappa)

 

Vincitore del Whitbread Award for Fiction

in libreria
maggio 2021
Narrativa - Reissue
422 pagg.
ISBN: 9788899699536

25,00 euro


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(al prezzo scontato di 23,00 euro)

 

 

L'Autore

 

 

Altri titoli in catalogo

Il regalo di Nessus

Chi si rivede!

 

 

Rassegna stampa

Avvenire
Riccardo Michelucci
La miniera di Docherty, sulle orme di Cronin
10 agosto 2021

(leggi)

Lankenauta
Francesco Ricapito
Docherty
2 agosto 2021

(leggi)

Le monde diplomatique - il Manifesto
David Lifodi
La miniera che uccide
luglio 2021

(leggi)

La bottega del Barbieri
David Lifodi
Docherty
9 luglio 2021

(leggi)

LuciaLibri
Simone Bachechi
Il secolo breve di McIlvanney visto da una miniera scozzese
2 luglio 2021

(leggi)

Corriere del Ticino
Matteo Airaghi
Nella Scozia dei senza voce
8 giugno 2021

(leggi)

Pubblicato nel 1975, Docherty è un intenso documento sulla Scozia del primo Novecento: una famiglia operaia, una città mineraria toccata dalla prima guerra mondiale e gli scioperi dei minatori negli anni Venti. Protagonista del romanzo è Tam Docherty, che assiste al lento disgregarsi della sua famiglia a causa dei contrasti insanabili con i figli Mick e Angus. In mezzo al crescendo dei litigi spicca la figura della moglie Jenny, testimone sensibile e figura di grande forza interiore. Ma il vero tema del romanzo è il racconto di un cambiamento epocale, tra un passato che muore e un Nuovo che si impone con la forza del potere padronale. Uno scontro dietro il quale il lettore di oggi non tarderà a riconoscere le lunghe ombre degli anni Ottanta, allorquando il governo di Margaret Thatcher provvederà a chiudere colpo su colpo i conti con i diritti dei lavoratori.

“Uno spaccato di storia dell’umanità narrato con umorismo e un senso serrato della sua greve iniquità: l’uomo è minuto, ma la sua ombra si allunga nel riflesso del sole.”
The Guardian

“William McIlvanney dà alla sua scrittura aspre qualità muscolari... le sue frasi risuonano martellanti come il piccone di un minatore.”
The Times

“Un impegno serio, ragionato e dolorosamente empatico preso nei confronti di quelle persone le cui tracce sono riportate nei registri della storia attraverso la sola data di nascita e di morte.”
Scotsman

“Intenso, arguto e meravigliosamente costruito”
Daily Telegraph

 

«È finito lui» esclamò Mick. «Ma non siamo finiti noi. Questo è solo l’inizio. La gente come nostro padre era il nostro Palazzo d’Inverno.»
«Che cosa significa?»
«Un giorno te lo dirò. Vedi, noi ci abbiamo provato in un modo. Ma non ha funzionato. Siamo arrivati e ci siamo messi in fila, con i berretti in mano. E tutto quello che abbiamo guadagnato è stato un berretto pieno di aria fritta. Cioè: stiamo in coda ad aspettare per centinaia di anni e quando finalmente arriviamo in cima, il negozio è chiuso. Che cosa fai, allora?»
Conn non rispose e continuò a fissarlo.
«Allora devi scassare la porta per entrare. Perché sai che lì dentro c’è da mangiare. Ma loro non te lo vogliono dare. Quello che stiamo facendo, oggi, è di aspettare fuori e intanto cerchiamo di prendere una decisione. Perché non è legale entrare in quel modo. E questo preoccupa la gente. Ma che cos’è legale? Legale è ciò di cui quelli si servono per conservare ciò che hanno. Dobbiamo fare irruzione. E dobbiamo colpire chiunque ci impedisce di vivere la nostra vita.»
Ciò che Mick aveva detto era troppo semplice. Quello che era stato un dialogo si era trasformato in una dichiarazione. Era come se Mick non fosse molto a conoscenza di ciò che era accaduto e si fosse perso gran parte di ciò che era importante – il rispetto del loro padre per le persone, indipendentemente da chi fossero, la pazienza e la tenacia della loro madre, il fatto che fossero riusciti a raggiungere quello stadio solo perché si erano vicendevolmente amati. L’unica voce rimasta che poteva sciogliere le gelide certezze di Mick e riportarle al livello di discussione era proprio quella di Conn. Ma non riusciva a darle forza.
«No» disse. «No, è troppo facile.» Esitò e aggiunse l’unica cosa che gli riuscì di pensare: «Quella è solo una mezza risposta. Lo sai che cosa penso, Mick? Penso che forse quello che è accaduto a te ha reso le cose più facili. Forse il dover vivere con un braccio solo rende la vita più facile.»
«Forse» disse Mick sorridendo. «Ma non è facile come il tenere il piede in due staffe. Come fai tu, Conn. In quel modo non hai mai il problema di fare delle scelte.»

 

L'Autore
William McIlvanney è uno dei maggiori narratori scozzesi contemporanei. È autore di raccolte di poesie, di saggi e articoli giornalistici e di diversi romanzi a sfondo sociale, con i quali lo scrittore si inserisce nella tradizione letteraria del Glasgow’s Novel.
Tra i suoi romanzi ricordiamo: Laidlaw e Le carte di Tony Veitch (premiati entrambi con il Crime Writers’ Silver Dagger Award), The Big Man, Feriti vaganti (Glasgow Herald People’s Prize e Bafta Award), La Fornace (Saltire Scottish Book Award) e Weekend. Paginauno ha pubblicato Il regalo di Nessus e Chi si rivede!
Con Docherty, William McIlvanney ha vinto il prestigioso Whitbread Award for Fiction.

 

 

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