2023
Saggistica
390
pagg.
formato 14 x 21 cm
ISBN: 9788899699758
23,00 euro
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L’Autore
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La saturazione
mediatica, l’esasperazione della comunicazione visiva, ci ha
portati alla crisi del “terzocchio”, che è il simbolo
della crisi del vedere! Da una parte la vita quotidiana è permeata
di immagini e definire perciò solo i fenomeni di questa convivenza
sarebbe insufficiente. Dall'altra la dimensione etico-estetica, la
sua performatività nello scambio con il sociale, iviene il
gap con il quale il “sensorio” si confronta. La dimensione
delle suddette anomie rioccupa artificialmente il concetto di mediale,
di ars, dalla quale l'operatività artistica pareva essere stata
allontanata, con l’affacciarsi del binomio produttivo capitale/linguaggio.
L'insidia della cecità del mezzo concretizza una manipolazione
del bello, non più inteso come categoria dello spirito, ma
come espressione della moda, delle esteriorità dei prodotti-
mercato. Oggetto di questo saggio è la perdita dell’immediatezza
sensoriale, studiata nel ruolo che essa si è scavata nella
società industriale e post-industriale. Lo scopo di questa
riflessione è, dunque, quello di fornire una critica analitica
che interpreti nelle sue varie forme questa cecità sociale,
di processarne i meccanismi comunicativi e di illustrare lo sfondo
percettivo delle nostre sviste e della nostra equivocità artistica.
L’Autore
Gabriele Perretta insegna Analisi
dei Processi Comunicativi, presso l'Accademia di Brera. Dai primi
anni ‘80 si è occupato del rapporto Arte/Comunicazione,
cominciando la sua attività di critico militante, che lo ha
portato alla teorizzazione del Medialismo. Scrive per le pagine culturali
di quotidiani e periodici nazionali, tra cui ricordiamo le rubriche
su Juliet (Sign.media) e Segnonline (Heuresis). È autore di
numerose pubblicazioni, saggi e cataloghi. Tra i suoi maggiori titoli
troviamo: Medialismo (1993); art.comm (2002); Nel
tempo dell’adesso (2002); Media.comm(unity) …
(2004); I mestieri di Ergon (2005); s.finiti dall'arte.
Sul lavoro ed altri travagli (2005); Détournement
(LIII Biennale Venezia, 2009); Stimmung (2011); Una tomba
per Edipo (Felix Guattari, a cura di G.P., 2012); Stendale
(2019); <in.finite vie di toni> (2020); Collòculi
(2022).
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